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Ce ne sarebbero mille di lezioni di chitarra che possiamo trarre dal grande David Gilmour, ma qui ne vediamo una selezione di quelle che per me sono le 3 più importanti.

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David Gilmour è stato il chitarrista dei Pink Floyd dal 1968 al 1996 diventando un’icona e fonte di ispirazione per molti chitarristi che sono venuti dopo. La rivista Rolling Stone lo ha classificato alla posizione numero 14 nella classifica dei migliori chitarristi di sempre. Ma vediamo le 3 lezioni di oggi…

Lezione di Chitarra #1 – Espressività

Ci sono 2 cose che adoro più di tutte quando stiamo parlando di David Gilmour ed Espressività nello stesso momento. La prima è che anche se incredibilmente, il chitarrista dei Pink Floyd, utilizza tanti effetti diversi, cambiando spesso il settaggio di questi, quando suona si riconosce subito che è lui, anche se non conosci la canzone. E questa è ovviamente una cosa molto importante per un chitarrista.

La seconda cosa che adoro di David Gilmour se parliamo di espressività è l’enorme padronanza del bending. Lui riesce, come pochi altri riescono a fare, a sfruttare il bending per trasmettere un’emozione specifica, quella che lui ha deciso di farti provare, per quel specifico brano, in quello specifico momento.

Ci sono tante sfumature che si possono creare con un bending. Si può fare ascendente, discendente, veloce, lento, con vibrato, senza vibrato… e lui sa esattamente come farlo per trasmettere qualcosa.

Lezione di Chitarra #2 – Melodia e Fraseggio

Gilmour ha creato alcuni tra gli assoli di chitarra più belli di sempre. Ma non ci sono grandi scale o frasi super veloci. Prendiamo come esempio l’assolo finale di Comfortably Numb (che puoi ascoltare qui di seguito, dovrebbe partire al momento giusto, se non fosse così vai al minuto 5:00):

Qualsiasi altro chitarrista, sapendo che bisognava creare un assolo finale epico, avrebbe approcciato in modo molto più veloce ed aggressivo a questo assolo, ma Glimour sceglie poche note, ma ad ogni nota da un peso importante. Voleva e riusciva a mettere la nota giusta al momento giusto.

Se poi teniamo conto che oltre a scegliere in quel modo la nota, ci dava pure un’espressività incredibile…

Lezione di Chitarra #3 – Gli Effetti

Come non parlare di questo aspetto quando si parla di David Gilmour. Un maestro in ambito di effettistica. C’è forse qualcuno che utilizza compressore, delay e chorus meglio di lui? Io non credo sia così facile.

Ed era pignolo su qualsiasi cosa riguardasse il suono, perfino i manici delle chitarre. Sulla sua chitarra preferita, una Fender Stratocaster nera del 1970, ha cambiato un’infinità di manici, probabilmente proprio per ricercare sempre un suono migliore. Poi Glimour a volte creava dei setup che all’epoca erano considerati “sbagliati”, ma che lui riusciva a far suonare in maniera invidiabile.

Oltre a questo, pur avendo uno dei setup più complessi che si sia mai visto al servizio di un chitarrista famoso, creava altre sfumature di suono andando anche a giocare con le dita ed il plettro. Quindi non modificava solo i parametri degli effetti, ma andava anche a creare il suono attraverso il “modo di suonare”.

Per quanto riguarda la distorsione, anche quando la utilizzava in modo importante riusciva ad ottenere comunque una chiarezza di suono ed un’espressività incredibili.

Cosa dire degli effetti di modulazione? Ogni volta che ascolti un brano dei Pink Floyd ti sembra di entrare in un mondo magico! Addirittura il delay di Gilmour era stereo ed aveva il canale left con il chorus attivo. C’è da impazzire a ricavare tecnicamente il suo suono! Se poi teniamo presente della mano che ci vuole…

Guarda anche il video dedicato ad Angus Young.


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