Oggi ho guardato un video che in primo luogo pensavo non mi avrebbe dato niente e che invece mi ha colpito molto.
Il video in questione è un’intervista (non recente) a Tommy Emmanuel, noto chitarrista che suona in modo eccezionale con la tecnica del fingerpicking e thumb picking (per imparare uno stile molto simile al suo clicca qui). Chi legge questo blog da tempo ha sicuramente letto più di qualche articolo scritto da me su di lui.
In particolare di tutta l’intervista mi ha colpito la risposta alla prima domanda che puoi vedere al minuto 1:07. Ecco il video:
L’intervistatrice, come prima domanda gli chiede come fa a far sembrare semplici le sue canzoni che contengono una dose molto elevata di tecnica e di virtuosismi.
La domanda è un pò banale (in effetti un pò tutta l’intervista lo è, ma credo sia semplicemente perchè chi ha preparato le domande evidentemente non era un chitarrista), ma la risposta di Tommy Emmanuel è tutt’altro che banale…
“Firts of all, the technique should be invisible”
“Prima di tutto, la tecnica dovrebbe essere invisibile” e poi continua “Secondo, tutto può fare musica, ma senza la tecnica non puoi fare la vera musica. Certo è un dono quello di essere portati, ma è un dono su cui bisogna sempre lavorarci molto duramente!“.
Mi sono soffermato a lungo a riflettere sulla frase “la tecnica dovrebbe essere invisibile“. E’ verissimo e molte volte ce ne dimentichiamo.
Perchè? Perchè per riuscire a suonare in modo interessante uno strumento bisogna studiare e esercitarsi moltissimo, a volte perdi la pazienza, a volte cade la motivazione… Per questo, il chitarrista (ma anche chi suona altri strumenti) si concentra molto sulla tecnica perchè deve passare molto tempo a studiarla e migliorarla, soprattutto nelle prime fasi della formazione.
Ed ecco che ci dimentichiamo che in realtà tutto quello che stiamo facendo, lo facciamo perchè con la padronanza dello strumento poi riusciamo a comunicare meglio con il linguaggio della musica, riusciamo ad emozionare.
Cosa che risulta più difficile a chi non ha una buona padronanza della tecnica.
Ecco perchè Tommy Emmanuel dopo continua dicendo che, si, tutto può fare musica, ma senza tecnica non puoi fare la musica che vorresti, la vera musica, non riesci ad esprimerti al meglio.
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Finalmente con poche parole è stata chiarita l’antica diatriba “tecnica/espressività”………
“tutto può fare musica, ma senza tecnica non puoi fare la musica che vorresti, la vera musica, non riesci ad esprimerti al meglio” questa frase me la tatuo ;)
Quello che dice Tommy Emmanuel è sacrosanto, non si può aggiungere altro se non che ci vuole davvero un grande amore per lo strumento per arrivare a tanto.
Io che sono un chitarrista “fai da te”, e quindi con molte difficoltà, provo e riprovo mille volte per molti giorni la stessa parte senza riuscire mai a superare l’ostacolo, al limite della mia pazienza e poi, un giorno, come per incanto, quello che prima era impossibile diventa di colpo facile. Si, davvero incredibile ma è proprio cosi. FACILE!!!
Vedendo l’intervista a Tommy E. mi sono venute in mente i seguenti pensieri. Quanti sanno rifare un pezzo già scritto ? Tanti, e tra questi la tecnica è sicuramente fondamentale.
Ma quanti sanno creare un nuovo capolavoro ? Decisamente pochi e tra questi è stata così importante e presente la tecnica ? Lasciando da parte la musica classica, la musica più contemporanea che possiamo definire eterna, i capolavori che tutti vorremmo aver scritto, quanta tecnica hanno dietro? Più ci penso e più mi vengono in mente pezzi di una assoluta semplice genialità. Ripeto “semplice” genialità, semplici fraseggi, sequenze di note, di musica e se ci sono di musica e parole, semplici ma armonicamente e melodicamente fantastiche e piene di suggestioni.
Allora penso che quelle dette da Tommy siano parole sacrosante, “la tecnica deve essere invisibile” intendendo che è la musicalità che ci deve colpire, non la tecnica (sebbene ci sia). Ma credo che non bisogna mai scordare che brani “eterni” sono stati scritti e suonati da persone di scarsa preparazione tecnica ma elevatissimo livello poetico-musicale. E se la musica non è tecnica, ma è poesia, immagini, quadri…arte recitata a mezzo delle note, quanti dotati di elevata tecnica hanno dato vita ad un’opera d’arte con le note. Senza musicalità, emozione, poesia, la tecnica resta virtuosismo sterile e ci porta a dipingere un bellissimo, anzi perfettissimo, quadro che non suscita alcuna emozione. Quindi, molto probabilmente, senza una tecnica solida molta ispirazione trova difficile realizzazione, ma non impossibile. Insomma credo che, a meno che non stiamo pensando alla dirigere la V° di Beethoven, senza arte la tecnica è puro esercizio ginnico. Sono d’accordo che la tecnica deve essere invisibile ma non sono d’accordo quando si dice che senza tecnica (sottointendendo quella di elevato livello come la sua) non si può fare la vera musica. O meglio, sarebbe prima da definire cosa intendiamo per “vera musica” e vedere se c’è una condivisione globale del termine. PS. Questo non vuol dire che non dobbiamo studiare e poi studiare e poi studiare ed esercitarci, anzi…….
Articolo ben fatto , non posso aggiungere altro, se non che il 12 luglio questo Signore
viene a suonare a 1 km da casa mia, non vedo l’ora!
Gabriele
Quella frase racchiude il mistero della Musica. La genialità senza la conoscenza e la tecnica non porta lontano e produce solo presunzione e arroganza, laddove invece serve modestia e tanto…. tanto…. impegno.
Quanche tempo fa una violinista mi disse : nella musica è come salire le scale; più sei avanti e più gradini ti ritrovi all’indietro; ma quati ce ne hai ancora davanti …..!!!!!!!!!!!!!!!!!!! questa frase mi ha restituito la voglia di continuare a suonare (senza abbattermi troppo) e studiare ( purtroppo senza ancora una guida —- e si sente!!!)
mi associo ad Antonio… dopo tante didscussioni sulla tecnica…
chi diceva che non era importante. chi dicev che lo era..
adesso spero sia più chairo per tutti: la tecnice è fondamentale!!!
Grazie Davide!