Tag: Studio di Registrazione
Dennis Giorgi, in questa quarta puntata della serie “Come la Registrazione ha Cambiato la Musica“, ci parla di come siamo arrivati ad una perfezione innaturale nelle registrazioni musicali.
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In questa nuova puntata del Podcast “Chitarra da Bar” parliamo di registrazione in studi professionali con Alberto Gaffuri.
L’ospite di questa puntata è Alberto Gaffuri, gestisce lo studio
come microfonare
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Questo non sarà l’unico video di Dennis a riguardo, ma intento è un ottimo inizio per cominciare a capirci qualcosa.
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Lezioni Avanzate di Home
Cerchiamo di riassumere quello che accade da quando entriamo in uno studio di registrazione a quando usciamo con il CD o il file. Ce lo spiega il nostro fonico o tecnico del suono esperto Dennis Giorgi.
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Introduzione
Ciao strimpellari, sono Dennis Giorgi e oggi vorrei spiegare cosa vuol dire registrare in uno studio. Perché prima di parlare dei dettagli di certi processi e consigliarvi delle scorciatoie, credo sia utile riassumere ciò che accade dal momento in cui entriamo in studio al momento in cui abbiamo in mano il nostro CD.
Diciamo che avete fatto tutto quello che dovevate fare. Vi siete iscritti a Chitarra Facile, avete seguito le lezioni sul sito, avete composto un brano con la vostra band e volete registrarlo. Molte persone hanno le idee un po’ confuse a riguardo, solitamente perché basano le loro aspettative su ciò che hanno visto in TV, oppure potrebbero aver avuto esperienze in studio qualche anno fa, prima della rivoluzione digitale nella musica, e potrebbero non sapere quanto il modo di registrare sia cambiato.
Etichetta Discografica?
C’è chi pensa di aver bisogno di un’etichetta discografica, ma non è così: sono molto molto rare le etichette che possiedono uno studio, e negli ultimi vent’anni il costo per registrare si è abbassato notevolmente, per cui non è davvero necessario avere dei ‘finanziatori esterni’.
Scegliere lo Studio di Registrazione
Gli studi sono un’attività commerciale come un’altra, vi basta cercare su google delle sale vicine a dove abitate e fare una telefonata. Il mio primo consiglio é: non affidatevi al primo studio che vi capita. E’ un po’ come affittare il primo appartamento che ci propone l’agenzia immobiliare. Studi diversi proporranno diverse tariffe, personale e strumentazione. Se non siete sicuri di cosa vi serva, date la priorità al personale. Perché il tecnico del suono sarà la persona di cui vi dovrete fidare di più, in quanto un suo errore può rovinare tutto il progetto.
Personalmente preferirei registrare in una cantina con un tecnico competente in linea con le mie idee, piuttosto che incidere a Abbey Road con un fonico senza gusto musicale.
Tariffa Oraria o Forfait?
A seconda di cosa volete registrare può essere più conveniente affittare lo studio secondo una tariffa oraria o un forfait per tutto il progetto.
Come regola generale, registrare un brano richiede sempre più tempo di quanto si prevede – e non è una bella sensazione fare le cose di corsa per risparmiare soldi. Generalmente vi verrà chiesto di registrare una traccia ‘guida’ della canzone, una cosa molto semplice, chitarra e voce, giusto per avere chiara la struttura del brano.
Parlare con il Fonico
Dovete sempre tenere a mente che nessuno a parte voi conosce la canzone, e dovete sforzarvi di far capire al fonico qual’è il vostro obiettivo. Per fare questo, non abbiate paura di utilizzare dei riferimenti, tipo: vorrei che la batteria suonasse come in questo pezzo dei Green Day, voglio un riverbero sulla voce come su My Heart Will Go On.
Clicca qui per vedere il precedente video in cui spiegavo come parlare meglio al fonico.
Tutti Insieme o Uno Strumento
Uno dei problemi più comuni quando si va a registrare la chitarra è proprio il fatto che il fonico ed il chitarrista non si capiscono. Ecco perchè Dennis Giorgi ha voluto creare questo utilissimo video per risolvere questo problema.
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Introduzione
Oggi parleremo del lessico del suono. E’ un termine che non esiste, mi spiego subito: il nostro dizionario non ha abbastanza parole per descrivere ciò che sentiamo, e molto spesso ricorriamo ad una sinestesia – ovvero, utilizziamo aggettivi riferiti ad altri sensi (tipo la vista o il tatto). Per esempio, sto suonando una Les Paul, che ha un suono molto CALDO, ma non penso sia adatta a questa canzone. Vorrei qualcosa di più PUNGENTE, avrei bisogno di un suono più BRILLANTE.
Il problema è che queste sinestesie funzionano solo se tutti associamo le stesse percezioni sensoriali alle stesse caratteristiche sonore, e non è così scontato. Ho sentito usare l’aggettivo “medioso” per descrivere qualsiasi cosa. Per far capire al tecnico del suono il timbro che cerchiamo dobbiamo parlare la sua stessa lingua.
Vorrei darvi un piccolo “dizionario sonoro”.
Vi consiglio di ascoltare questo video con delle casse o delle cuffie decenti, può andare bene anche l’impianto della macchina. Darò dei riferimenti in Hz e vi farò vedere cosa sta succedendo al suono con uno spettrogramma. Tenete presente che… sto esagerando gli interventi sull’audio per far capire a tutti cosa sta succedendo. Inoltre, i numeri che dirò sono approssimazioni; sono linee guida. Ogni voce è diversa e ogni strumento va lavorato usando le orecchie, non gli occhi.
Frequenze Basse
Un suono è definito CALDO quando ha molte basse e medio-basse, diciamo tra i 100 e i 300 Hz a seconda dello strumento. Possiamo usare i sinonimi PIENO, GROSSO o