Oggi è il compleanno di David Gilmour, per questo ho voluto approfittarne per rendergli omaggio con un articolo che parlasse di lui, anche perchè girando su YouTube in cerca di video suoi (cosa che faccio spesso nei giorni in cui compiono gli anni dei grandi chitarristi) ho trovato una serie di 4 video realizzati da MusicOff veramente eccezionali che ho pensato di dover assolutamente farli conoscere ai chitarristi che seguono questo blog.
I video sono tratti da una clinic di Pierangelo Mezzabarba della Masotti Guitar Devices. Durante questa clinic si è parlato soprattutto del suono di David Gilmour in modo veramente spettacolare. Ti ricordo che puoi vedere un articolo che avevo scritto diverso tempo fa sulla strumentazione di David Gilmour. Mi sento di fare un applauso per la qualità del materiale che è stato fornito in modo gratuito dalla community di MusicOff.
Qui di seguito puoi vedere i video con la relativa trascrizione dei pezzi importanti…
Contenuti
Il Suono di David Gilmour: Parte 1
Trascrizioni punti salienti:
Io lo considero uno dei chitarristi rock più grandi di sempre e non solo rock, perchè comunque ha una matrice pop che ha influenzato tutti. Grande perchè? Solamente nella scelta del fraseggio? Nella scelta delle note, o anche dei suoni? Direi che le cose non sono scindibili nel caso di David Gilmour, cioè il suono fa parte della sua musicalità e l’ha reso prioritario di fronte a tutte le altre scelte che potevano essere fatte.
David Gilmour quando ragiona sulla chitarra ragione ritmicamente, ragiona melodicamente, ma ragiona soprattutto a livello di sound. Il suo suono deve essere sempre a servizio del brano, sempre a servizio del gruppo.
E ovviamente tutto questo ha creato nel tempo una situazione di complessità, proprio della struttura, del sistema di David Gilmour, che ha portato a costruire uno dei setup e dei sistemi più complessi mai visti nel mondo della chitarra rock.
Le Chitarre
Analizzando la catena di David Gilmour partiamo ovviamente dalle chitarre. La chitarra preferita di David Gilmour è una Fender Stratocaster nera del 1970 acquistata da Manny’s a New York durante una tourne americana. Ha continuamente cambiato il manico, ma il body è rimasto sempre lo stesso. In seguito ha aggiunto un battipenna color nero ed i pickup sono rimasti sempre i Fender tranne una breve parentesi con un Di Marzio ed in seguito anche un seymour duncan al ponte.
David Gilmour è diventato famoso anche per un’altra chitarra, la Red Strat, una Fullerton totale. Una chitarra del 1983. Il body è particolarmente scolpito, un’altra caratteristica particolare delle Fullerton. Sulla Red Strat ha fatto ampio uso dei pickup attivi EMG. Ha utilizzato anche un boost sui medi, ed un boost sulle alte e sulle basse, proprio per creare dei suoni differenti solo agendo sulla chitarra.
Però partendo dalla catena, quando il segnale abbandona lo strumento e si inserisce nei suoi effetti, sappiamo che Gilmour, ha sempre scelto i suoi suoi per stare al servizio del brano, dell’album e della band ed ha fatto uso di moltissimi effetti per chitarra, essenzialmente pedalini, ma anche uniti a rack, utilizzati sempre in modo diverso e ultra creativo, perchè lui ha la grande dote di far suonare bene qualsiasi cosa.
Il Suono di David Gilmour: Parte 2
Trascrizioni punti salienti:
Compressori
Partiamo dai compressori. I compressori sono una caratteristica dei suoi suoni puliti e nel tempo ha fatto uso dell’MXR Dyna Comp, del Boss CS-2 e dell’Opto Compulator, però il suono caratteristico di David Gilmour nel pulito è dato dal suono del CS-2.
Lui lo utilizza essenzialmente come un Booster, nel senso che non da molto attacco e sustain dal compressore ma alza di livello il segnale in ingresso. Grazie a questo riesce ad avere maggior sustain ed un attacco particolarissimo.
Questo pedale lo utilizza essenzialmente nei puliti ma lo utilizza anche per boostare gli overdrive. Booster veri e propri non li usa, se non il Power Boost nel periodo in cui necessitava di boostare il Big Muff ed il Fuzz Face. Essenzialmente scopliva il suono sulle frequenze medio-alte e gli permetteva di avere molta distorsione, molto sustain e molta definizione, che una delle caratteristiche del suono di Gimlour.
Amplificatori
Quando entrava comunque con le sue distorsioni nell’ampli, ha sempre scelto amplificatori molto trasparenti. Cioè di livello molto alto come qualità, ma soprattutto con determinate caratteristiche. Lui ha sempre utilizzato gli Hiwatt, a parte brevi parentesi. Però l’Hiwatt non è il suo vero suono o perlomeno non è utilizzato interamente, perchè con gli Hiwatt lui ha registrato i primi album della band ed in seguito ha inserito nel suo setup un preamp particolarissimo, un preamp per il basso della Alembic che difatto era la sezione preamp di un Fender Twin, quindi anni sessanta dal suono molto caratteristico sulle fondamentali e un pelino carente in mezzo, però ricchissimo armonicamente.
Ovviamente questo nei setup live, in studio, da The Dark Side of The Moon in poi, ha iniziato ad utilizzare i Fender e poi molti altri amplificatori. Però il suono è sempre quello di David Gilmour perchè lui lo crea essenzialmente con la testa e poi con le mani.
Overdrive
Passiamo agli overdrive. Gli overdrive più famosi, come vi dicevo, erano il Power Boost, che è più un booster che un overdrive, poi in seguito ha iniziato ad utilizzare prima il TS-10 della Ibanez e poi l’ha sostituito prima con l’SS-3 di Cornish che è tipo TS-10 ma dal suono molto più ampio e con l’attacco un pò più particolareggiato, ed anche il Tube Driver che diciamo che poi è diventato il suo overdrive principale e spesso lo boostava proprio con il CS-2 proprio per ingrandire l’attacco ed il rilascio stesso della nota.
Il Suono di David Gilmour: Parte 3
Trascrizioni punti salienti:
Famosissimo per l’ultimo album di David Gilmour “On an Island”, è il G-2 della Cornish, utilizzato su quasi tutto l’album e sempre in combinazione magari con un compressore, ma essenzialmente quando si parla di Gilmour si parla di distorsioni anche pesanti, il G-2 è una derivazione, circuitamente, del Big Muff, più che un overdrive, però ha una saturazione molto meno spinta ed a cavallo un pò tra l’SS-2 ed il P-2.
Il Big Muff numero 1 di Gilmour è stato sempre il Ram Head del 1973.
Una delle caratteristiche sue è l’espressività, nonostante la quantità di distorsione e la definizione, sul suono e sulla pennata, proprio in modo da sentire proprio il chitarrista.
Una caratteristica fondamentale del suono del Big Muff di David Gilmour è che lui lo boosta con un overdrive, cioè scolpisce le frequenze in entrata al Big Muff stesso dando poca distorsione dal’overdrive e dando la distorsione vera e propria del Big Muff. Quindi, l’equalizzazione la fa sull’overdrive, lo spinge molto di livello, boosta l’entrata del Big Muff ed il Big Muff da’ la distorsione.
Tutto questo per risaltare meglio nel gruppo senza scavare troppo le medie come qualcuno tende a fare perchè i suoni solisti hanno una necessità di medie.
Questo è il pedale principe delle distorsioni di David Gilmour insieme al Tube Driver.
Va molto di moda su internet dire che Gilmour utilizza il Tube Driver dopo il Big Muff, ovviamente dopo tanti esperimenti mi permetto di dire che non è vero e se siete curiosi provateci. Il suono perde presenza e compattezza.
Modulazioni
Per quanto riguarda le modulazioni, altra caratteristica fondamentale di David Gilmour, è che le metteva a servizio del brano, quindi ovviamente tutti i pedali e tutte le modulazioni di suono che sceglieva li sceglieva per rendere un’atmosfera, dalla più psichedelica dei primi anni, fino alla più pop degli ultimi anni.
Ha utilizzato in modo caratteristico l’Uni-Vibe ed il Chorus della Boss CE-2 che ha sempre utilizzato senza tregua. Il suo effetto è caldissimo e leggerissimo. Un’altra modulazione caratteristica da lui utilizzata è il pedale Electric Mistress.
Lui essenzialmente cerca un’atmosfera dall’effetto.
Altro effetto essenziale per la riproduzione del suono di Gilmour è il Phaser della MXR.
Il Suono di David Gilmour: Parte 4
Trascrizioni punti salienti:
Arriviamo ai Delay, altra parte fondamentale del suono di David Gilmour, proprio perchè l’ambientazione sonora che è sempre riuscito a ricreare e soprattutto il gioco di delay come lo ha impostato lui nel tempo hanno fatto scuola, anche per altri chitarristi famosi come The Edge, per Andy Summers e per tanti altri chitarristi che sono venuti in seguito che hanno fatto del delay una delle loro caratteristiche basilari.
Tendenzialmente Gilmour ha iniziato ad utilizzarlo prestissimo, proprio perchè ricevette la strumentazione di Syd Barrett che è andato a sostituire ed utilizzò nei primi anni il Binson Echorec che è una macchina che veniva fatta in Italia, a Milano per la precisione, ed è un eco a valvole dal suono molto caratteristico, ha un suo suono e se avete la fortuna di ascoltarlo riconoscerete sicuramente i primi suoni dei Pink Floyd.
In seguito Gilmour cominciò ad utilizzare anche altri delay per una più facile controllabilità dei tempi, per una maggiore lunghezza dei tempi di ritardo e poi ovviamente anche per l’affidabilità, in quanto David Gilmour si vantava ad esempio, di essere una delle poche persone al mondo a riuscire a mettere a posto un Binson che non andava grazie all’esperienza nei tour.
Quindi da questa battutta si capisce che Gilmour non era solo un gran chitarrista, ma era anche un tecnico, uno che si interessava alle parti tecniche.
Tra l’altro David Gilmour è stato anche l’ideatore dei Loop True Bypass di cui oggi tanti fanno uso nelle pedaliere più complesse e questa sua soluzione fu adottata per la prima volta da Peter Cornish che era il suo tecnico di fiducia nel tour di Animals del ’76-’77.
TOrnando ai delay, dai primi Binson che avevano un ritardo massimo di 300 ms, lui si è spostato con tempi sempre più ampi verso i delay digitali, quindi ha iniziato ad utilizzare prima 380 ms, in seguito 440 ms proprio nel periodo di The Wall.
Però ovviamente, non solo l’utilizzo di questi trucchetti ha caratterizzato i delay di Gilmour, ma essenzialmente lui li ha utilizzati per dare ambiente ai soli. Lui utilizzava proprio i delay e non i reverberi per dare ambiente, proprio perchè il riverbero tendenzialmente toglieva la presenza al suono.
Col tempo poi ha allungato ancora a 550 ms. Questo è delay molto più lento però da’ ampiezza al pezzo soprattutto se il pezzo è molto tirato alla Pink Floyd diciamo, molto largo.
David Gilmour utilizza questi delay in stereo e disolito sul lato left ha sempre un chorus attivo, quindi il suono di Gilmour anche in distorsione è tendenzialmente un pò “chorussato”, per quanto riguarda poi le sue modulazioni possiamo esaurirle parlando del Doppola che si occupa sempre dei lati left e dei lati right e da’ un’impressione di altoparlante roteante.
Per quanto riguarda il delay, raramente riusciremo ad avere un suono così profondo con un pedalino, ma si utilizza un TC2290 che è un’icona per quanto riguarda i delay, io lo considero il delay più bello mai costruito, un look molto anni ’80, da cabina telefonica, però straordinariamente bello. Purtroppo non è più in produzione.
Per quanto iguarda altri tipi di delay lui ha utilizzato l’MXR digital delay negli anni ’70, ’80, ’90, e poi infine ha utilizzato spesso il delay del PCM70, altra macchina non più in produzione ma che ha un suono caldissimo e profondissimo, sia per quanto riguarda i riverberi, sia per quanto riguarda il delay stesso.
Considerazioni sui Video
Aspetto di sentire i commenti dei grandi fan di David Gilmour, che so che seguono questo blog e sono in tanti, comunque a mio parere questi video, sia per chi vuole saperne di più sugli effetti, sia per chi vuole riprodurre tecnicamente il suono di David Gilmour, sono veramente molto, molto interessanti.
Devi dire che Pierangelo mi è piaciuto di più nelle dimostrazioni dei suoni che durante le esecuzioni dei brani dei Pink Floyd con gli altri strumentisti, ma questo non toglie assolutamente niente al fatto che da questi video si imparano una valanga di cose.
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Caro Davide cortesemente potresti,secondo le tue conoscenze,dirmi qual’e’ il gruppo italiano che interpreta nei migliore dei modi la famosa band inglese pink floyd.Grazie
Io ho sentito i Fluido Rosa ed erano bravissimi. A livello internazionale i migliori sono gli Australian Pink Floyd
Nella trascrizione c’è un errore. I P.U. attivi non sono della AMG (che non esiste), ma bensì della EMG.
In riferimento alla domanda precedente di Claudio, secondo me i migliori sono gli Atom che recentemente hanno pure fatto dei concerti a Roma al vecchio auditorium. Che ne pensate ? Ciao.
Ciao Claudio, di gruppi italiani ce ne sono abbastanza che meritano, ma sinceramente non mi ricordo i nomi, per quanto riguarda a livello internazionale come dice Stefano, gli Australian Pink Floyd sono i migliori.
proprio interessanti i video, dai quali ho appreso
in pochi minuti ciò che desideravo e cioè l’uso corretto
di alcuni effetti.
Grazie ! veramente molto interessante e , soprattutto,….molto chiaro ! Un unico appunto : – durante le esecuzioni dimostrative, Pierangelo Mezzabarba usa spesso , per non dire troppo, il P.U. al ponte…..cosa che Gilmor non faceva spesso ! Infatti , nel terzo video , al minuto 8,00 commuta da PU al ponte a quello al manico ….e tutti possono accorgersi di quanto questo suono sia molto di più “Pink Floyd ” ….morbido e rotondo….e non secco e quasi nasale …tipo Gibson,….cosa non reale !!!!
Grazie Vincenzo, si scusa, AMG è un’altra marca che non centra niente ;-)
Grazie Felice della considerazione e complimenti! Un vero intenditore ;-) Sapevo che ce n’erano come te tra i lettori! E mi fa molto piacere.
Per quanto mi riguarda posso indicarvi i TIME-MACHINE di TORINO il chitarrista Cosimo Piccininno pur non avendo attrezzatura molto sofisticata è veramente bravo ..Trovate qualcosa su you tube e sul loro sito..
Grazie David,
bellissimo quest’articolo…
non potevi farmi regalo più bello!
Ciao!! (^_^)
Il chitarrista dei juliadream e il migliore esecutore per quanto riguarda il periodo 1988usa la leva nello stesso modo.